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      .. Perchè se gli cresce, se ne andrà..."
      La sera, la principessa e l'ombra ballarono insieme nel grande salone dello stabilimento. La dama era leggera, ma il cavaliere era più leggero ancora; mai aveva ella incontrato un simile ballerino. La principessa gli raccontò di che paese veniva, ed egli conosceva quel paese; ci era stato, mentre ell'era assente. Dalle finestre aveva guardato dentro al castello di lei, tanto dal basso quanto dall'alto, e sapeva molti particolari curiosi; potè per ciò fare certe allusioni e dare certe risposte, che meravigliarono grandemente la principessa. Ella pensò che doveva essere l'uomo più intelligente e più dotto del mondo, e tanta scienza le inspirò il maggior rispetto. Quando poi ballò di nuovo con lui, se ne innamorò perdutamente, e l'ombra se ne avvide subito, perchè ella lo guardava in un certo modo, che quasi lo passava da parte a parte con gli occhi. Ballarono insieme un'altra volta, e per poco ella non gli rivelò il suo amore; ma era una ragazza seria, e pensò al suo paese, ed alla numerosa popolazione che doveva governare.
      Ingegno, ne ha di certo,
      - disse tra sè, "e questo è molto; e balla mirabilmente, ed anche questo è qualche cosa; ma la sua cultura sarà poi profonda? Questo è l'importante, e bisogna venirne in chiaro."
      Immediatamente, gli pose un problema così difficile, ch'ella stessa non avrebbe saputo risolverlo; e l'ombra fece una smorfia.
      A questo, non sapete rispondere!
      - disse la principessa.
      Oh, l'ho imparato ch'ero bambino ancora!
      - esclamò il forestiero: "Io credo che la mia stessa ombra, ch'è là presso all'uscio, saprebbe rispondere!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345