Chiò, chiò! Cluc, cluc!
- Era un gallina, che veniva schiamazzando e razzolando, e veniva dà Kjöge. "Sono una gallina di Kjöge!" - disse.
E gli disse quanti abitanti ci sono nella città, e gli raccontò della battaglia che fu combattuta a Kjöge22 - quantunque sia meglio non parlarne.
Cribl, cribl, pum!
Qualche cosa cadde giù: era un uccello di legno, un pappagallo del tiro al bersaglio di Prästoe. Disse che c'erano per l'appunto tanti abitanti, lassù, quanti erano i tiri di cui portava il segno sul corpo. E andava molto orgoglioso: "Thorvaldsen, l'altissimo scultore, viveva vicino a me! Pum! È una bella posizione la mia!"23.
Ma ora il piccolo Tuk non era più a letto: tutt'ad un tratto, s'era trovato a cavallo. E galoppa, galoppa, hop! hop! - Un cavaliero splendidamente vestito, con le piume ondeggianti al cimiero, lo teneva sul dinanzi della sua sella; e così di galoppo traversarono il bosco ch'è vicino alla vecchia città di Wordingborg; e Wordingborg gli parve molto grande e piena di movimento. Sul castello del Re si ergevano alte le torri, e da ogni finestra veniva un torrente di luce; dentro, si sentivano suoni e canti, e il Re Waldemaro, e le giovani damigelle d'onore con i ricchi vestiti di broccato dai vivaci colori, ballavano allegramente. Venne la mattina, e, appena sorto il sole, tutta la città ed il castello del Re rovinarono improvvisamente; le torri precipitarono una dopo l'altra, e alla fine non ne rimase ritta che una sola, sul poggio dov'era un tempo il castello24. La città apparve allora molto piccola e povera: i ragazzi di scuola, che passavano con i loro quaderni sotto il braccio, dicevano: "Duemila abitanti!
| |
Kjöge Kjöge Kjöge Prästoe Tuk Wordingborg Wordingborg Re Waldemaro
|