Ciascuno aveva il suo passaporto ed il suo bagaglio; e portavano persino dei regali, per te, per me, per tutta la gente della città. Ma chi erano? Che volevano? Che cosa portavano poi?
Buon anno!
- gridarono alla sentinella, ch'era di guardia alla porta della città.
Buon anno!
- rispose la sentinella; e al primo che scese dalla diligenza: "Il suo nome e la professione?" - domandò.
Veda lei, nel passaporto!
- rispose l'uomo: "Io son chi sono!" - Ed era un bel tipo davvero, tutto ravvolto in una pelliccia d'orso e con gli scarponi col pelo: "Sono colui su cui tanti e tanti concentrano le speranze. Venga da me domani, e le darò una bella strenna di capo d'anno. Spargo per tutto mance e doni, e faccio inviti a balli e a feste; ma più di trentuna non ne posso dare. Le mie navi sono in mezzo ai ghiacci; ma nel mio scrittoio è caldo e si sta bene. Sono negoziante all'ingrosso: il mio nome è Gennaro, e porto con me una quantità di conti e di polizze."
Scese a terra il secondo: era un allegro camerata, impresario di teatri, direttore di balli figurati, anima di tutti i divertimenti possibili e immaginabili. Tutto il suo bagaglio consisteva in un grosso barile.
Quando c'è questo, l'allegria non manca mai!
- diss'egli: "Voglio far divertire, ma voglio anche divertirmi, poi che ho poco tempo da vivere: di tutta la famiglia, sono quello che vive meno - ventotto giorni solamente. Tutt'al più, ogni tanto, mi buttan là un giorno per soprammercato; ma non ci conto molto, e faccio buon sangue egualmente.
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Gennaro
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