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      Al fanale questo parve un brutto regalo; e così parve al Vento.
      Uh! nessuno dà di meglio? Nessuno dà di meglio?
      - urlò, più forte che potè.
      Cadde una stella, segnando una lunga striscia luminosa nel cielo.
      Che cos'è stato?
      - gridò il capo di aringa: "Non è caduta una stella? Sbaglio, o andò proprio a cadere nel fanale? Certo che se concorrono al posto personaggi così altolocati, noi possiamo ritirarci senz'altro, e buona notte!"
      E così fecero, tutti e tre.
      Il vecchio fanale intanto mandava un bellissimo chiarore, intenso e sostenuto.
      Questo sì, che fu un dono magnifico davvero!
      disse: "Le stelle lucenti, che ho sempre tanto ammirate, e splendono come io non ho mai potuto risplendere, quantunque mi ci mettessi con tutte le mie forze, le stelle hanno degnato avvedersi di me, povero vecchio fanale, e mi hanno mandato un dono. D'ora in poi, tutto quanto rammenterò e vedrò chiaro dinanzi come se mi fosse realmente presente, sarà veduto anche da quelli che amo. Questa è la vera gioia, perchè quel godimento che non si può dividere con gli altri, non è godimento."
      Questi sentimenti dimostrano il tuo buon cuore!
      - disse il Vento: "Ma per ciò sono necessarie le candele di cera. Se non ti accendono dentro una candela di cera, tutte le tue rare facoltà non gioveranno che a te solo. Vedi, le stelle non ci hanno pensato: a loro tutti i lumi, su per giù, sembrano eguali; ed hanno preso anche te per una candela! Ma sono stanco: vado a riposare." E se ne andò.
      Il giorno dopo... Ma, già, è meglio che saltiamo a piè pari la giornata, e che arriviamo alla sera dopo.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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