La sera dopo il fanale riposava tranquillamente su di un seggiolone impagliato. E indovinate un po' dove? Per l'appunto nella casa del lampionaio. Egli aveva domandato per favore al signor Ispettore di poter tenere il fanale per sč; la domanda aveva dapprima fatto ridere l'Ispettore; ma poi, in vista dei lunghi e fedeli servigi, il piccolo favore gli era stato accordato.
Ecco dunque il vecchio fanale sul seggiolone, accanto al fuoco. Pareva persino divenuto pių grande, ora che occupava un seggiolone tutto per sč! I due vecchi, che stavano cenando, lo guardavano affettuosamente e gli avrebbero volentieri fatto posto alla loro tavola. Quantunque abitassero una specie di cantina, due braccia al disotto del livello della strada, e per arrivare alla camera bisognasse traversare un andito di pietra, dentro si stava bene, e ben riparati, perchč sulla porta erano inchiodate le sue brave cimosse di panno, per impedire gli spifferi. Tutto spirava l'ordine e la nettezza; il letto aveva il parato, e le piccole finestre, le tende. Su uno dei davanzali, stavano due curiosi vasi da fiori, che Cristiano, un marinaio amico, aveva portato dalle Indie. Erano di semplice creta e rappresentavano due elefanti; il dorso dei due animali era cavo, e fuor dalla terra, di cui erano ripieni, spuntavano nell'uno certi bei porri - e quello era l'orto: nell'altro, un bel geranio - e quello era il giardino. Dalla parete, pendeva una grande stampa colorita, rappresentante il Congresso di Vienna; e lė avevate, tutti in una volta, tutti i Re e gli Imperatori del mondo.
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