Un orologio con grandi pesi di ottone faceva sempre tic-tac! - e veramente correva sempre un po' troppo; ma i due vecchi dicevano ch'era molto meglio così, più tosto che se fosse rimasto a dietro. Essi cenavano, ed il fanale se ne stava, come vi ho detto, sul vecchio seggiolone, vicino al fuoco. Gli pareva che tutto il mondo fosse andato a soqquadro. Ma quando il vecchio lampionaio lo guardò, e parlò di tutto quanto avevano sopportato insieme, alla pioggia, alla nebbia, nelle brevi chiare notti d'estate, e nelle lunghe notti d'inverno, quando la neve cadeva a falde, ed egli non vedeva il beato momento di tornarsene a casa, nella cantina ben riparata, - allora il fanale si sentì riavere, si raccapezzò di nuovo, e vide tutto chiaro e presente, come accadesse proprio in quel momento. Sì, il Vento gli aveva accesa dentro una preziosa fiammella!
I due vecchi erano ingegnosi ed attivi: non perdevano in ozio nemmeno un'ora. Nel pomeriggio della domenica, capitava sempre nella stanzuccia un libro o l'altro - un libro di viaggi per lo più; ed il vecchio leggeva forte, dell'Africa e delle vaste foreste, dove gli elefanti corrono a frotte; e la vecchia ascoltava attenta attenta, e dava un'occhiata senza parere ai due elefanti di terracotta che servivano da vasi.
Mi par quasi di vederli
- diceva.
Il fanale si struggeva che portassero lì una candela di cera, e gliel'accendessero dentro, perchè allora la vecchia avrebbe potuto vedere ogni cosa, sin nei più minuti particolari, per l'appunto come li vedeva lui: i grandi alberi, col fitto viluppo di rami, e i negri nudi, a cavallo, e le torme di elefanti, che si facevano strada tra i cespugli, fracassando i rami e le canne con le grosse zampe.
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Vento Africa
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