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      No, io non desidero altro, se non di arrivar su, sino all'orlo del pozzo e di potermi affacciare a guardar fuori: dev'essere tanto bello lassù!..."
      Farai meglio a rimanere dove sei,
      - disse la vecchia, "perchè qui conosci tutti e puoi dire anche tu la tua. Guardati dalla secchia, più tosto; altrimenti ti spiaccicherà ed anche se arrivi ad andarci dentro sana e salva, puoi ricader fuori: non è da tutti il cadere con tanta abilità quanta ne ho avuta io, che ne ho saputo riportare le ossa e le ova sane ed intatte.
      Quak!
      - fece Rospina, proprio come se uno di noi dicesse: "Ahimè!"
      Aveva immenso desiderio di giungere all'orlo del pozzo, e di guardare al di là: si struggeva tanto di vedere il verde, il verde di lassù... E la mattina dopo, quando avvenne che la secchia, già riempita, si fermasse un momento proprio rimpetto alla pietra sulla quale stava il piccolo rospo, il cuore dell'animaluccio diede un balzo, e la nostra Rospina ne diede un altro, dentro alla secchia, - la quale fu subito tirata su, e vuotata.
      Uh, che bestiaccia!
      - disse l'uomo che vuotava la secchia, quando scorse il rospo. "In vita mia, non ho mai veduto una bruttura simile!" E col pesante zoccolo di legno fece per calpestare il rospo, il quale fu appena in tempo a scansarsi, per non essere sfracellato, e andò a rifugiarsi tra mezzo alle ortiche, che crescevano alte intorno al pozzo. Le esaminò minutamente a stelo a stelo; ma guardò anche in su, verso l'alto: il sole brillava a traverso alle foglie, ed essa provò l'impressione che suscita in una persona l'entrare ad un tratto in una grande foresta, dove il sole faccia capolino tra il fogliame.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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