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      Ah, è molto più bello qui, che giù nel pozzo! Mi piacerebbe star qui tutta la vita!
      - disse Rospina. E lì stette per un'ora, anzi per due ore. "Chi sa che cosa ci sarà poi, lassù? Da che sono venuta sin qui, tant'è che vada ancora un po' più innanzi!" E così strisciò, più presto che potè, e arrivò sulla strada maestra, dove il sole splendeva sopra il suo capo, e la polvere la incipriò tutta appena fece per traversare la strada.
      Qui sì, che sono arrivata per davvero all'asciutto! Qui, non c'è da sbagliare!
      disse il rospo. "Si sta sin troppo bene, se mai! Questa polvere fa un certo solletico..."
      Arrivò al fossato: là crescevano i non-ti-scordar-di-me e i rosolacci; e lungo il fossato correva una siepe di biancospino, e più là cespugli di sambuco e convolvoli e viluppi di piante d'ogni sorta. Ah, che bei colori! E una farfalla svolazzava lì vicino. Rospina la credette un fiore, che si fosse liberato dallo stelo, per guardarsi meglio attorno nel mondo, - voglia ben naturale, del resto, in un fiore.
      Ah, poter viaggiare con la rapidità di quel fiore!...
      - disse Rospina: "Quak! che bellezza sarebbe!"
      Per otto giorni e per otto notti, rimase nelle vicinanze del fossato; nè mai ebbe penuria di provvigioni. Il nono giorno pensò: "Avanti! sempre avanti!" Ma che cosa avrebbe mai potuto trovare di più bello, di più incantevole? Forse, un piccolo rospo o qualche ranocchino verde... Durante la scorsa notte, in fatti, la brezza aveva portato certi suoni, come se nel vicinato si trovasse qualche famiglia di cugini suoi.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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