'Nanti che lo legato approssimassi, Sciarra abbe tutte le fortezze de Roma. Bene abbe Castiello Santo Agnilo. Puoi ordinao lo puopolo e fece caporioni. Fece capo vinticinque, tutti romani. Ordinao tutti conestavili. Moito li teneva solliciti. Bene guardava le porte. Spesso faceva parlamento. Moite spie avea. Iacovo Saviello, Teballo Santo Stati e moita baronia collo puopolo era. Quanto la venuta dello legato più approssimava, tanto li Romani stavano più solliciti. Ecco che la notte della viilia de santo Agnilo fuoro ionti in Roma. E entraro nella citate Leonina, non per la porta, ché se guardava, ma entraro per lo muro rotto. Ruppero lo muro quale stao sotto le Incarcerate e, dato quello muro per terra, fecero uno granne guado in fronte allo pozzo e per quella così fatta via tradussero loro banniere, loro legioni de iente. Entrati, occuparo da porta de Castiello fi' a Santo Pietro. Tutto era copierto de iente armata. Bene sonavano tromme e trommette, naccari e cerammelle. Gran festa facevano. Bene scrissero lettere della entrata de Roma. Fra tanto la porta dello brunzo stava enzerrata. Quanno Sciarra, lo franco capitanio, sappe che la iente era ionta, non se dubitao niente, anco se armao e fece sonare la campana a stormo. Mesa notte era e forza lo primo suonno. Uno vanno con tromme mannao per la terra, che onne perzona fosse armata, ca·lli nemici erano entrati in Puortica, e che traiessino a Campituoglio. La iente che dormiva subitamente se sviglia. Ciascuno prenne arme. Coscia abbe nome lo vannitore.
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