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      Per acqua e per terra staieva assediata. Erance da fare uno bottone. Lo capitanio dell'oste era lo conte de Armeniac, lo quale sparlava contra li baroni de Romagna e dicevali traditori, lo quale per grannezza soa non curava de fare quella guardia la quale aveva de bisuogno. Anco ce fu lo puopolo de Bologna, lo quale non stava volentieri fore de casa. Anco ce fu la moita sollaria, li quali non erano pacati, ca·lle pache che se·lli mannavano non se·lli daievano. Anco ce fu li signori de Romagna. Lo legato li teneva moito poveri. Nulla provisione li daieva. Quanno ademannavano alcuna grazia, responneva: «Bene. Faciemus ». Vedi que doveano penzare quelli che suoglio essere signori e non haco cobelle! Drento in questa Ferrara ionzero da doi milia varvute. Lo marchese Rainaldo non demorao. Su nell'ora della terza esśo de Ferrara e deose sopra l'oste. L'oste pranzava. Ora vedese occidere de iente, vedese fuire, vedese strilla e pianto. Lo conte Armeniac fu presone e revennuto LXXX milia fiorini. Li signori de Romagna se lassaro prennere de loro spontanea voluntate. La moita iente fu morta e presa. Moita robba fu guadagnata. Senza defesa fu guadagnato uno esmesurato trabocco lo quale aveva nome asino. Lo puopolo de Bologna se recuverao in su lo ponte. Lo ponte era legato de stroppe. Cadde in fiume. Quanta iente moŕo bene puoi sapere. Alcune perzone fuoro che se appennicaro alle funi delle mole e per l'acqua campavano. Venne uno con una accetta e tagliao quella fune. Tutta quella iente, la quale campava, annegao in Po. Vedi se figlio fu de demonio quello omo!


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
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