E questo moito incontra a quelli li quali usano per mare. Anco adomannarao alcuno perché questo fu canuto più da uno lato che dall'aitro. Dirraio ca quello movimento fu subito in quella subitezza. Quella parte che fu più presso allo pericolo, quella recipéo la impressione; l'aitra fu più desposta a salute, perciò non fu canuta.
Cap. VIII
Della cometa la quale apparze nelle parte de Lommardia e della abassazione
de missore Mastino tiranno per li Veneziani.
Currevano anni Domini MCCCXXXVII, dello mese de agosto, apparze nelle parte de Lommardia una cometa moito splennente e bella e durao dìe tre. In airo puoi desparze. Questa cometa pareva che fussi una stella lucentissima più delle aitre, e estenneva dereto a sé una coma destinta, pezzuta a muodo de una spada, e penneva la ponta sopra de Verona. Questa coma stava da uno delli lati. Non iva né su né io', ma ritta se stenneva como fossi una fiamma de fuoco. Moito commosse la iente ad ammirazione, que voleva dicere questa novitate. Dice Aristotile, nella Metaora, ca questa non è verace stella; anche ène una [...] fatta nella sovrana parte de l'airo, e faose de materia umida e calla, la quale salle su e accennese e dura tanto quanto la materia donne se fao. Anche dice ca questa mai non appare, che non significhi novitati granni, spezialmente sopra li principi della terra, e commozioni de reami e morte e caduta de potienti. In bona fe', ca così fu; ca, como questa desparze, così per Lommardia se destese la novella che Padova fu perduta.
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