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      Là erano Bresciani, Trentini, Bergamaschi, Comani, Lodesani. Granne era la turba. La maiure parte erano villani. In campo iaccio doi uosti, quella de missore Lodrisi e quella de missore Azo Visconte. In mieso de questi doi uosti staco li campi de una villa la quale se dice Parabianco. Lo tiempo era de vierno e era quella neve granne con quella umiditate della quale ditto ène de sopra. E era sì esmesuratamente granne la neve, che non lassava fare vattaglia ordinata. Fi' allo inuocchio omo se affonnava nella neve. Granne era lo infango. Le arme e le soprainsegne stavano imbrattate. Spesse voite se battevano questi uosti insiemmora. Puoi tornano a loro paviglioni. Tre dìe duraro questi tumuiti. La banniera dell'una parte e dell'aitra era lo campo bianco e·llo serpente nero, lo quale aveva in canna uno omo nudo. Una notte fu tanta la stanchezze delli uomini dell'oste de missore Azo, che più de setteciento ne fuoro scannati dormenno. Allora la dimane non fu demoranza nulla. L'una parte e l'aitra se acconcia. Vedese tromme sonare, vedese guarnire de capitanii. Ora se fiero insiemmora. Tutto lo campo de Parabianco stao pieno de commattenti. Tutto dìe durao la vattaglia. Vedese ferire de lance, spade e mazze. Mortale ène quella vattaglia. Granne suono fao. In quella vattaglia fu sconfitto missore Lucchino, zio de missore Azo, capo della iente, e preso per la perzona e fu vincitore missore Lodrisi con sio capitanio, lo Malerva. Quarantaquattro centinara de uomini fuoro occisi, senza li affocati in fiume e nelli gorgi della neve: Comasini, Trentini, Bergamaschi, iente de villa, da pede la maiure parte, li quali per lo impedimento della neve non potevano la voita dare.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
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