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      Mustrano lo loro buono volere e forza. Lo primo aiutorio fu quello de papa Benedetto: setteciento uomini d'arme de buono apparecchio, Todeschi e Franceschi, cavalli gruossi, bene armati, vennero crociati, assoluti de pena e de colpa. Lo secunno aiutorio fu lo re de Navarra con quelli de Pampalona, con cinque milia cavalieri adorni, buono capiello de acciaro in testa, bona targia in vraccio, tagliente guisarina da lato, lucente zagaglia in mano. Anche venne con pedoni vinti milia. Lo terzo aiutorio fu lo re de Aragona con cinque milia cavalieri fra Provenzani e Franceschi. Con esso fuoro quelli de Tolosa. Anche menao pedoni vinti milia. Anche ce fu don Dionisi sio zio con quelli della citate de Lisvona. Lo quarto aiutorio fu lo re de Puortogallo con quinnici milia cavalieri spagnuoli, currienti cavalli e dardi in mano. Lo quinto fu esso re Alfonzo, re de Castiello, con trenta milia cavalieri buoni, adorni, con cavalli spagnuoli de quelli de Castiglia, li quali se contano li più nuobili destrieri che siano, pedoni senza fine. Mentre che lo assedio era sopra Taliffa, lo re Alfonzo era in Sibilia con soa baronia. La fame e·llo caro era granne in Sibilia. La iente, la quale era venuta a servire, non poteva tanto demorare. La moneta non bastava. Forte se mormorava la iente de tanta tardanza. Allora lo re Alfonzo, represo da suoi baroni, deliverao iessire fòra alla vattaglia e cercare soa ventura. Spene abbe in Dio, lo quale non li fallìo. Esse fòra vigorosamente. In questa forma soa iente conestavilìo. Trenta milia cavalieri abbe de buono guarnimento, non più, ciento milia de pedoni.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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