Pagina (59/236)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era in mieso, fra soa iente e l'oste de Saracini, lo fiume lo quale se dice Salato. De·llà da Salato stao Cornacervina, dove staco trabacche e paviglioni, alfaniche e confalloni, iente assai, como ditto ène, con moiti tammuri. Da lo lato ritto de l'oste stavano le montagne de Ilerda, la veglia terra. Dallo lato manco stavano le pianure spaziose. Dereto li stava una stretta valle, la quale avevano passata per forza de moneta, como ditto ène. De sopre dalla valle staievano le montagne le quale teneva don Ianni Manuello. Denanti aveano lo fiume e·lli nimici. Lo passo dello fiume curatamente se guardava. Lo re Alfonzo tenne questa via. Imprimamente mannao li setteciento cavalieri papali crociati a passare lo fiume. Treciento rompessino lo passo e commattessino colle guardie. Doiciento se ponessino dallo lato della currente dell'acqua a sostenere la forza dello fiume, che·lla pedonaglia potessi passare; li doiciento remanessino a guardare lo passo, aitro non facessino. Non era piccolo pericolo passare lo fiume, lo guado rompere. Tutti fuoro destrieri eletti. A questa iente aitro confallone dato non fu, se non uno confallone collo campo bianco e·lla croce vermiglia. Su la croce era lo crucifisso. Po' li setteciento crociati sequitao esso re Alfonzo a cavallo in uno cavallo ferrante liardo. Dicese che fussi lo più bello e megliore dello munno. In soa compagnia abbe cavalieri dieci milia, che, rotto lo passo, fossi lo primo lo re con soa iente alla vattaglia. Po' lo re Alfonzo sequitao lo re de Aragona con cinque milia cavalieri e pedoni vinti milia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





Saracini Salato Salato Cornacervina Ilerda Ianni Manuello Alfonzo Alfonzo Alfonzo Aragona