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      Così curre lo sangue como rigo de acqua. Là se pare chi ène figlio de bona mamma. Ora vedesi lo bello commattere e·llo delettevole armiare che·lli iannetti facevano. Currevano per lo campo commattenno, ferenno e lancianno. Non era chi li potessi adetare, tanta era la loro velocitate e leierezze. Una targetta in vraccio portavano longa doi piedi, lata uno, coperta de lino, so·lla quale da capo a pede se coperivano, staffe corte [...] vestimento de lino incerato, in capo scuffia de fierro. In mano portavano dardi. Questi dardi lanciavano. Chi ne leva uno piùne non ne vole. Quanno li dardi mancavano, lo iannetto currenno con sio curzieri se piecava fino a terra. Coglie sio dardo e destramente lo lancia denanti, dereto, abasso, in aito secunno soa voluntate. Granne ène loro leierezze. Questo ène lo iocare della iannettia. Questi iannetti soco li scoperitori regali. Durao la vattaglia fi' alla nona, più no, perché la iente saracina sentìo don Ianni Manuello, lo quale della montagna descenneva per ferire dereto e per lo passo parare. Quanno fu questo sentuto e conubbero la fumiera, lo splennore delle lance e delle insegne, subitamente li venne meno lo core e·lla vertute. Tutti fuoro rotti. Non puoco resistere. Ora se voitano, dacose alla fuga. Terribile cosa è loro fuire. Fugo senza alcuna remissione. Non è speranza se non nelle gamme. Ora vedesi occidere, ora vedesi maciello fare. Granne tagliare se fao de quella canaglia della iente saracina. Questa sì ène la nobile sconfitta de Spagna, infra moite poche memorabile.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





Ianni Manuello Spagna