Erance una la quale era cristiana - avea nome Maria -, nata de una villa la quale hao nome Obeda. Questa Maria fu schiava, e per soa bellezza e suoi costumi era concubina de re. Parlao e disse allo re che avessi mercede; Arcilasso la donna avea esmattata. Quanno lo re intese che·lla reina era morta per le mano de Arcilasso, fu forte dolente e disse: «Ahi Arcilasso, como non te temperasti a tio furore? La mea vittoria era doppia». Puoi fece atti de tristezze sopre la donna. Era la donna grassa e grossa. Credere non se pò. Nelle gamme, nelle vraccia e in canna avea cierchi de aoro purissimo smaitati, ornati de prete preziose. Questa donna de commannamento dello re fu operta. Puoi fu inzalata e messa in una cassa piena de aloè e fu posta per dignitate in una aita torre. Puoi lo cuorpo de questa donna revennéo allo marito infinita quantitate de moneta. Po' questo lo re Alfonzo fece tollere lo tesauro dello re fuito, lo quale fu doppie [...], che milli muli ne fuoro fatigati a portare arme e aitro arnese, como se dicerao. Maria de Obeda, guardiana della reina, fu liberata. Disse ca quelle doppie non erano la quarta parte, le tre parte ne erano furate per la iente. Ora tornemo alla incaiza de Saracini. La incaiza durao dìe sei. Non era muodo allo macellare. Lo sesto dìe trovaro una citate canto mare che·lli recipéo: Ziziria hao nome. Quella Ziziria fisse lo Cristiano. Intanto daose la iente alla guadagna dello robare. LX milia fuoro le corpora delli Saracini morte. Quelle loro ossa fuoro adunate in uno campo e de esse fatta fu una grannissima montagna.
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