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      Estima quanta fu la iente! Lo re Alfonzo abbe lo paviglione regale con tutto quello drento. Lo paviglione avea nome Alfanic. Treciento cammore avea. Era de panno de lino attorniato de corame roscio con corde de seta invernicate d'aoro. Mai non vedesti più mirabile né più bella cosa. Nello fastigio de sopre, dalla parte de fòra, tutto stava puosto a lune, drento de diverzi colori. Non se pote quello lavoriero contare. Drento dallo Alfanic fu trovata la Ricciaferra, la reina morta per Arcilasso, como ditto ène, la quale fu vennuta a sio marito moito aoro inzalata in una cassa. Puoi ce fuoro trovati li tesauri regali, la quarta parte; le tre furate erano. Milli e doiciento muli portaro quelle, e fuoro doppie. Disseme chi le vidde, chi le despese che quelle doppie erano d'aoro e erano in forma de piattielli de ariento, poca cosa meno che·lle patelle dello calice dello aitare. Anche fra quello tesauro fu trovata la lettera della indulgenzia, la quale li avea conceduta lo loro granne papa - Galiffa de Baldali aveva nome -, nella quale prometteva a chi moriva in questo passo la resurezzione a terzo dìe. Puoi prometteva sette mogliere vergine nello santo paradiso. Puoi li prometteva de farli stare abbracciati con santo Macometto e con santo Elinason. Puoi li prometteva de satollareli de latte e de caso e lagane e vuturo e mele. Queste erano le promissioni dello soldano Galiffa de Baldali in soa lettera. Puoi li commannava che tutta Cristianitate sterminassino e occupassino lo munno.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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