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      Ora vedesi le granne e ricche ambasciate che li venivano per tutta Toscana. In Arezzo mise la signoria. Abbe Pistoia, San Miniato, Vulterra e Prato. Apparecchiavase tutta Toscana avere, duca essere voleva de Toscana. Con Pisani stette queto, ś che molesta de·llà non se sentiva. Resse assai aspero e bona spene a Fiorentini daieva. Puoi che abbe receputa la signoria, liberamente significao in diverzi paesi la soa gloria. Fra li quali mannao uno vescovo de Francia a Filippo re in Parisci, sio parente. Lo vescovo disse como lo duca avea la signoria de Fiorenza. A cị respuse lo re Filippo e disse: «Piaceme assai». Puoi domannao e disse: «Hao fatta novitate alcuna Gottifredo lo duca?» Respuse lo vescovo e disse: «Hao mutate le porte, ca hao serrate le porte vecchie e fatte le nove, e sopre le novelle porte hao fatte belle torre e aite». Disse lo re: «Di' a Gottifredo conte de Brenna che Filippo de Valosi lo prega che esso se studii de essere signore delle coraiora delle iente e non delli torri». L'aitra ambasciata fece uno cavalieri, lo quale ǵo allo re Ruberto in Napoli, de chi ditto ène de sopre. Anche non era de questa vita passato. Annunziao lo cavalieri allo re la nobile signoria de sio parente, lo duca Gottifredo. Respuse lo re e disse: «Noi bene vorramo che Gottifredo da tanto fussi». Puoi domannao: «Dove posa lo duca? Posa in Santa Croce?» Respuse lo cavalieri e disse: «No. Anche posa nello bello palazzo delli Anziani». Lo re scrullao la testa e disse: «Non fao bene. Va' e dilli che repona li priori de Fiorenza in sio palazzo e in soa nobilitate.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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