» «Dallo puopolo». «Quanno?» «Lo dìe de santo Iacovo». «In que muodo?» «Quanno cavalcarete per la terra, verrao uno currieri contrafatto e porierao a voi lettere. Mentre che le leierete, verrao uno e stennerao sio arco turchesco e percoteraote de una frezza. Dallo lato starrao uno con uno spontone. Dallo aitro verrao uno con uno stuocco. Puoi se gridarao:"Puopolo, puopolo!"». Disse lo duca: «Questo da chi sai?» Disse lo corazzaro: «Da mea mogliera». La moglie lo sapeva da una femina de preite. La femina dello preite venne e·llo preite e stette presente lo corazzaro. No·llillo sappe provare. Lo corazzaro fu tenagliato per Fiorenza con tenaglie refocate. Puoi, po' esso, veniva lo preite a cavallo in una mula con chierica rasa, con corona de oliva in capo, con guanti de camoscio in mano. Vaco sonanno tromme e trommette. Lo corazzaro fu per la canna appeso. Onne iente temeva de tale ioco. La prima festa che venne, armao tutta soa forestaria e in mieso de doi suoi nepoti a bello galoppo tutta Fiorenza curze. Denanti a sé menava li nuobili de Fiorenza desarmati. Ora cresce l'opera dello castiello. Uno sabato, da vespero, currevano anni Domini MCCCXLII[I], appresso dello palazzo de priori fu fatta una meschia. Subitamente voce veo: «A l'arme, a l'arme! Puopolo, puopolo!» Tutto lo puopolo de Fiorenza fu armato. Fuoro alle mano lo puopolo colli sollati. Li sollati fuoro perdienti. Lassano li cavalli nello piazzale dello palazzo delli priori e per le valestra tutti ne entraro lo palazzo.
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Iacovo Fiorenza Fiorenza Fiorenza Domini Fiorenza Puopolo
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