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      Quella valle iace fra uno castiello lo quale se dice Monte de Carsia. Da l'aitro lato stao una villa de più de quattro milia perzone la quale hao nome Albavilla. Fra queste doi terre, nelli campi piani, a pede alla costa de Carsia, allocao tutta la soa iente e puse soa oste. Quanno questa iente ionta fu e l'oste allocata, notte era e era l'ora che sonava la squilla. Li currieri che 'nanti curzero e·lli spioni, li quali se accostaro a Parisci e a San Dionisi, odiero le campane de San Dionisi de Francia e·lle campane de Santa Maria delle Sciampelle che alla squilla sonavano. Anche odiero tutti li matutini delli religiosi e delle capelle che dereto li sequitano. Quanno la novella fu saputa in Parisci che·lli Englesi aveano puosto campo, tutta iente regale prese arme. E fu tanta la moititudine, che l'armatura fu vennuta dociento fiorini. L'alba dello dìe se fece. Piacque allo re Filippo che lo re de Boemia fussi capitanio generale e iessissi fòra allo reparo; e così fu. Iesse fòra de Parisci Ianni re de Boemia, figlio de Errigo imperatore, Ianni re de Maiorica, Ludovico conte de Flandria e tutta l'aitra baronia. Nello iessire fòra li Englesi guardavano da longa per la strada ritta de Parisci, la quale stao in una adatta veduta. Guardanno li Englesi sentiero lo traiere fòra e la venuta de Franceschi allo campo. Questo conubbero allo scianniare delli elmi lucienti e delli cimieri, anche delle banniere le quale facevano alli ragi dello sole che nasceva. Allora operze la vista Adoardo e conubbe infallibilemente che vattaglia non poteva schifare.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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