L'aitra iente non fu coita allora, anche demorao dìe quattro in piana terra, in spettaculo de onne iente. Po' questo li Englesi cuoizero lo campo e tutto loro arnese assettaro nelle carrette e, fatta ordinata compagnia, non demoraro più. Vanno e tornano a reto. Loro camino fu a Calese, lo forte castiello canto la marina, per assediarlo. Calesani stavano perfidi, fideli allo re de Francia. Pescatori soco, ca staco canto mare, mala iente, derobatori de mare. Quanta iente passava per mare de Egnilterra in Francia, tanta robavano. Allora lo re Adoardo là ne gìo e assediao quello castiello de Calese mesi tredici per mare e per terra. Per mare abbe navi che guardavano li passi, che non potessino avere né entrata né iessuta. Per terra esso sì·llo assediao. E fece uno fossato terribile da si' allo castiello. Puoi circonnao l'oste soa con un aitro fossato grannissimo e con tavole lo armao, perché nullo potessi offennere soa iente. Ora stao lo assedio. Ora ionta macine e palle de piommo su nelle porte. Tutte le infragne, tutte le scommove. Ietta prete de trabocco. Non fina notte e dìe. Ietta fuoco nella terra. Bombarde, spingarde e aitre orribile cose da pericolare lo castiello e·lli avitatori. Calesani forte se defennevano. Anche essi avevano trabocchi e tormenti da commattere in terra. Iettavano in mare, in terra, como fao la spinosa. Una piommata essìo de Calese e coize una nave granne e bona. Sfonnaola e sì·lla affonnao in mare. Ià mancata era la vivanna nello castiello e anche nello oste.
| |
Englesi Calese Francia Egnilterra Francia Adoardo Calese Calese Calesani Calesani
|