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      In questa nave, la quale per pericolare stava, stava una femina vedova vestuta de nero, centa de cengolo de tristezze, sfessa la gonnella da pietto, sciliati li capelli, como volessi piagnere. Stava inninocchiata, incrociava le mano piecate allo pietto per pietate, in forma de precare che sio pericolo non fussi. Lo soprascritto diceva: «Questa ène Roma». Atorno a questa nave, dalla parte de sotto, nell'acqua stavano quattro nave affonnate, loro vele cadute, rotti li arbori, perduti li tomoni. In ciascheuna stava una femina affocata e morta. La prima avea nome Babil
      lonia, la secunna Cartaine, la terza Troia, la quarta Ierusalem. Lo soprascritto diceva: «Queste citati per la iniustizia pericolaro e vennero meno». Una lettera iessiva fra queste morte femine e diceva così: «Sopra onne signoria fosti in aitura. Ora aspettamo qui la toa rottura». Dallo lato manco stavano doi isole. In una isoletta stava una femina che sedeva vergognosa, e diceva la lettera: «Questa ène Italia». Favellava questa e diceva così: «Tollesti la balìa ad onne terra e sola me tenesti per sorella». Nella aitra isola staievano quattro femine colle mano alle gote e alli inuocchi con atto de moita tristezze, e dicevano così: «D'onne virtute fosti accompagnata. Ora per mare vai abannonata». Queste erano quattro virtù cardinale, cioène Temperanza, Iustizia, Prudenza e Fortezze. Dalla parte ritta stava una isoletta. In questa isoletta stava una femina inninocchiata. Le mano destenneva a cielo como orassi. Vestuta era de bianco.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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