Intorno a quella tavola fece pegnere figure, como lo senato romano concedeva la autoritate a Vespasiano imperatore. Là, in mieso della chiesia, fece fare uno parlatorio de tavole e fece fare gradi de lename assai aiti per sedere. E fece ponere ornamenta de tappiti e de celoni. E congregao moiti potienti de Roma, fra li quali fu Stefano della Colonna e Ianni Colonna sio figlio, lo quale era delli più scaitriti e mannifichi de Roma. Anche ce fuoro moiti uomini savii, iudici e decretalisti, moita aitra iente de autoritate. Salĺo in sio pulpito Cola de Rienzi fra tanta bona iente. Vestuto era con una guarnaccia e cappa alamanna e cappuccio alle gote de fino panno bianco. In capo aveva uno capelletto bianco. Nella rota dello capelletto stavano corone de aoro, fra le quale ne stava denanti una la quale era partuta per mieso. Dalla parte de sopra dello capelletto veniva una spada d'ariento nuda, e la sia ponta feriva in quella corona e ś·lla partiva per mieso. Audacemente salĺo. Fatto silenzio, fece sio bello sermone, bella diceria, e disse ca Roma iaceva abattuta in terra e non poteva vedere dove iacessi, ca li erano cavati li uocchi f̣ra dello capo. L'uocchi erano lo papa e lo imperatore, li quali aveva Roma perduti per la iniquitate de loro citatini. Puoi disse: «Vedete quanta era la mannificenzia dello senato, ca la autoritate dava allo imperio». Puoi fece leiere una carta nella quale erano scritti li capitoli colla autoritate che·llo puopolo de Roma concedeva a Ves
pasiano imperatore.
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