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      Moito spessiavano loro prete. Puoi fecero una asinella de leno e connusserolla fi' alla porta della rocca. La notte se fece. Quelli della rocca misticaro zolfo, pece e uoglio, lena, trementina e aitre cose, e iettaro questa mistura sopra lo edificio. La asinella fu in quella notte arza. La dimane fu trovata cenere. In questa oste fuoro Cornetani con tutto loro sfuorzo e Manfredo loro signore. Fuoronce le masnate de Peroscini, de Todini, de Nargnesi, baroni de Roma assai. Moito fu bella oste, potente e onorata. Puoi che li Romani àbbero consumato e guasto onne campo, àbbero arzo lo lavoro e·llo lino fi' in Vitervo, era mesa state de luglio, quanno lo callo stao infervente. Allora lo tribuno determinao a questa oste ire perzonalmente e mustrare tutta soa potenzia con cavalieri e pedoni e depopulare le vigne de Vitervo. Quanno lo profietto questo sent́o, incontinente penzao de obedire. In questo tiempo erano in destretto alquanti baroni (de Campituoglio non se potevano partire), cioène Stefano della Colonna e missore Iordano de Marini. Lo profietto in prima mannao li immasciatori. Puoi perzonalmente venne a Roma. Era ora nona, da mieso d́e. Entrao in Campituoglio e posese sotto le vraccia dello tribuno. In soa compagnia avea forza da sessanta. Allora fuoro inzerrate le porte de Campituoglio e, sonata la campana, fuoro adunati uomini e femine de Roma. Lo tribuno fece uno parlamento, nello quale disse che Ianni de Vico voleva obedire allo puopolo de Roma. Allora lo renvestiva della prefettura e disse che renneva li bieni dello puopolo.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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