E così fu fatto, perché, 'nanti che lo profietto se partissi de Roma e 'nanti che lo esercito de Vetralla se venissi, rassenata fu alli fattori e allo scindico de Roma la rocca de Respampano, e puoi lo profietto fu lassato. Ora ascoita novitate delle sonnora. La notte denanti allo dìe dello accordo lo tribuno dormiva in un sio oniesto e triomfale lietto. Primo suonno era. Mentre che dormiva, comenzao fortemente a gridare per suonno e diceva: «Lassame, lassame». A questo favellare li servitori della Cammora curzero e dissero: «Signore nuostro, que novitate ène? Volete cobelle?» Allora lo tribuno era resvigliato, favellao e disse: «Mode io me sonnava che uno frate bianco veniva a mine e diceva:"Tuolli la toa rocca de Respampano. Ecco che te·lla renno". E dicenno questo in questo suonno me prese per la mano. Allora gridai». Questo suonno né più né meno devenne como fu. Uno fraticiello, lo quale aveva nome frate Acuto de Ascisci spidalieri, lo quale fece lo spidale della Croce de Santa Maria Rotonna, dello quale de sopre feci menzione nella renovazione de ponte Muolli, fu santa e bona perzona. Questo trattao la concordia fra Romani e·llo profietto. Venne lo sequente dìe allo tribuno colle novelle della pace e disse: «Tuolli la rocca de Respampano. Io te la renno». Favellava allo puopolo lo tribuno in parlatorio. Tutta la strada de mercato piena era. In capo della strada apparze frate Acuto vestuto de bianco, a cavallo in un sio asiniello copierto de bianco, incoronato de rami de oliva, colli rami della oliva in mano.
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