E fuoro stese queste menze per tutta la sala dello viecchio palazzo de Constantino e dello papa e lo palazzo nuovo, sì che stupore pareva a chi lo considerava. E fuoro rotti li muri delle sale donne venivano scaloni de leno allo scopierto per ascio de portare la cucina la quale là se coceva. E ad onne sala apparecchiao lo cellaro de vino nello cantone. Era la viilia de santo Pietro in Vincola. Ora era de nona. Tutta Roma, maschi e femine, ne vaco a Santo Ianni. Tutti se apparecchiano sopra li porticali per la festa vedere e nelle vie piubiche per vedere questo triomfo. Allora venne la moita cavallaria de diverze nazione de iente, baroni, populari, foresi a pettorale de sonaglie, vestuti de zannato, con banniere. Facevano granne festa, currevano iocanno. Ora ne viengo buffoni senza fine. Chi sona tromme, chi cornamuse, chi cerammelle, chi miesi cannoni. Puoi questo granne suono venne la moglie a pede colla soa matre. Moite oneste donne la accompagnavano per volerli compiacere. Denanti alla donna venivano doi assettati iovini, li quali portavano in mano uno nobilissimo freno de cavallo tutto 'naorato. Tromme d'ariento senza numero ora vedesi trommare. Po' questi venne gran numero de iocatori da cavallo, fra li qualiPeroscini e Cornetani fuoro li più avanzarani. Doi voite iettaro loro vestimenta de seta. Puoi veniva lo tribuno e·llo vicario dello papa allato. Denanzi allo tribuno veniva uno lo quale portava in mano una spada nuda. Sopra lo capo un aitro li portava uno pennone. In mano portava una verga de acciaro.
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