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      Aitra paravola non disse se non questa: «Ahi Dio, haime tu traduto?» Puoi che·lla vittoria fu per lo puopolo, lo tribuno fece sonare soie tromme de ariento e con granne gloria e triomfo recoize lo campo e pusese in capo la soa corona de ariento de fronni de oliva e tornao con tutto lo puopolo triomfante a Santa Maria dell'Arucielo e là rassenao la verga dello acciaro e·lla corona della oliva alla Vergine Maria. Denanti a quella venerabile maine appese la bacchetta e·lla corona in casa delli frati minori. Da puoi mai non portao bastone né corona né confallone sopra capo. Po' questo parlao allo puopolo in parlatorio e disse ca voleva convertere la spada nella guaina. E trasse la spada e sì·lla forviva colle vestimenta soie e disse: «Aio mozzato recchia da tale capo che non lo potéo tagliare papa o imperatore». Quelle tre corpora fuoro portate in Santa Maria delli frati, copierti de palii de aoro, nella cappella de Colonnesi. Vennero le contesse con moititudine de donne scapigliate per ululare de sopra li muorti, cioè sopra le corpora de Stefano, Ianni e Pietro de Agabito. Lo tribuno le fece cacciare e non voize che·lli fussi fatto onore né esequio e disse: «Se me faco poco de ira quelle tre corpora maladette, facciole iettare nello catafosso delli appesi, ca soco periuri, non soco degni de essere sepelliti». Allora queste tre corpora fuoro secretamente de notte portate nella chiesia de Santo Silviestro dello Capo e là senza ululato fuoro sepellite dalle monache. Qui voglio un poco delongare dalla materia.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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