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      Vengote a dicere como lo tribuno cadde dalla soa signoria. La dimane po' la sconfitta fuoro chiamati tutti li cavalieri romani, li quali appellava"sacra milizia", e disseli: «Vogliove dare la paca doppia. Vengate con meco». Non sapeva alcuno que volessi fare. Sonanno le tromme, gģo a quello luoco dove fu fatta la sconfitta. Menao seco un sio figlio Lorienzo. Nello luoco dove fu muorto Stefano remase una pescolla de acqua. Ionto, fece scavalcare lo figlio e asperzeli sopra l'acqua dello sangue de Stefano in quella pescolla e disse: «Serrai cavalieri della vittoria». Maravigliatisi tutti li aitri, anco stordienti, commannao che·lli conestavili da cavallo ferissino lo figlio piattoni colle spade lą dallo lommo. Questo fatto, tornao a Campituoglio e disse: «Iate la via vostra. Opera commune čne quella che avemo fatta. Avemo tutti sire romani. A noi e a voi spettao pugnare per la patria». Questo ditto forte turbao l'animo delli cavalieri. Da puoi mai non voizero arme portare. Allora lo tribuno comenzao ad acquistare odio. La iente ne sparlava e diceva ca soa arroganzia era non poca. Allora comenzao terribilemente deventare iniquo e lassare le vestimenta della onestate. Vestiva panni como fussi uno asiano tiranno. Ią mustrava de volere tiranniare per forza. Ią comenzao a tollere delle abadie. Ią prenneva chi pecunia aveva e tollevala. A chi l'aveva imponevali silenzio. Sģ spesso non faceva parlamento per la paura che avea dello furore dello puopolo. E prese colore e carne e meglio manicava, meglio dormiva.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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