A questa induglienzia fu lo cardinale de Bologna su lo mare, legato de Lommardia, e fonce missore Aniballo de Ceccano, cardinale legato in Roma per lo papa per correiere lo puopolo e per ministerio delli pellegrini. Questo cardinale legato, scritta che abbe soa famiglia, muosso de Avignone, descenneva in Lommardia. Missore Ianni Visconte arcivescovo de Milana, tiranno de Lommardia, li iessìo innanti per farli onore. Cinque destrieri copierti de scarlatto, menati a mano, ivano denanti allo arcivescovo. Quanno lo legato vidde questo, stordìo, favellao e disse: «Arcivescovo, que pompa, que vanagloria è questa?» Respuse lo arcivescovo e disse: «Legato, questa non ène pompa, ma ène ca voglio che saccia lo patre santo ca esso hao sotto de si uno chierichetto lo quale pò qualche cosa». A questo arcivescovo non era possibile de avere questi destrieri, ca erano li gruossi cavalli delli conestavili li quali aveva sparzi per le citate. Puoi che lo legato, missore Aniballo, fu ionto in Roma, posao nello palazzo dello papa e comenzao a provedere dello stato de Roma e delli pellegrini. Questo missore Aniballo abbe in sé quattro proprietati non laudabili: la prima, ca esso fu de Campagna; la secunna, che esso fu guercio; la terza, fu moito pomposo, pieno de vanagloria; la quarta voglio tacere. Questo cardinale, ionto in Roma, venne a descordia con Romani per questa via. Avea un sio camiello, lo quale teneva colli muli per la salmaria. La iente trasse uno dìe a questo camiello per vederlo nello renchiostro a pede dello palazzo.
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