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      In quello castiello posao. Como usanza ène, li presienti li currevano da onne parte. Fra le aitre cose li fuoro presentati moiti buoni vini in fiaschi. Dice omo ca questi vini fuoro venenati, ca li votti tutti erano venenati per la Gran Compagnia che curreva lo paiese. Questo non è verisimile. Pazzo fora chi volessi venenare sio vino. De questi divierzi vini lo cardinale, callo per lo cavalcare, bebbe e bene, perché aveva sete. Era delli buoni vevitori che avessi la Chiesia de Dio. Fu allora alla tavola in sala, alla cena. Omo de Campagna voize vedere la univerza soa famiglia. Stao lieto e de bona aira, cena. Po·lle vidanne per refiescare de consiglio de doi suoi presienti miedici, mastro Guido da Prato e mastro Matteo da Vitervo, soleva manicare latte fiesco pecorino. Voize la usanza servare. Convenne ca de la famiglia isse fi' allo campo alle precoia e là mognessi le pecora. Empiuto che àbbero de latte uno granne catino de ariento, vennesi alla cena. Granne ora passata aspettao, mentre questo latte se pone e ène monto. Lo cardinale, venuto lo latte, sopra lo latte se pone con suo cucchiaro, comenza a manicare. Presene pieno ventre. Civo corruttivile. Granne ora po' lo pasto, po' lo latte vennero cetruoli, e de quelli per refiescare manicao, infusi nello aceto, de commannamento delli miedici ditti. La notte fatta, gìo a posare. Non trovao posa alcuna, non dormìo. Lo civo li stava nello stomaco, crudo, indigesto. La dimane se levao svogliato per lo poco spazio de tiempo che avea cavalcato.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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