Lo primo luoco che trovao fu la villa de Santo Iuorio. Là posao, c'a cavallo non poteva più ire. Posato non magnao la sera. De notte passao de questa vita. Moita tristizia abbe la soa compagnia. Così fu desperduta, como le pecorella abannonate dallo pastore, per doi cascioni: la prima, che tutto lo arnese li fu levato dalli baroni della contrata; la secunna, che·llo nepote dello cardinale, uno delli doi, morìo. Sùbito tutta la famiglia infermao. Quello more, questo more. Tutta la famiglia morìo, ché omo non ne campao. Chi morìo per le terre de Campagna, chi a Roma, chi a Vitervo. Missore Ianni, l'aitro nepote, morìo in Santo Spirito de Roma. Non remansit canis mingens ad parietem. Ecco la novitate: lo legato dello papa morìo in viaio nella villa de Santo Iuorio, po' esso li nepoti e tutta la famiglia, anno Domini MCCCL, nello iubileo. Lo cuorpo dello legato fu opierto. Grasso era drento como fussi vitiello lattante. La vacuitate dello ventre fu empita de cera munna. Lo cuorpo fu inonto de aloè e vestuto in abito de frate menore. Messo in una cassa sopra de un mulo como fussi una soma, qua venerat via Romam rediit. Venuto in Santo Pietro senza compagnia, senza ululato, senza chierico fu operta semplicemente la soa sepoitura della soa cappella. Là fu iettato. Non fu allocato, anco fu iettato sì che cadde in bocconi, e così imboccato remase. Considera dunqua que ène la vita umana, que ène la gloria dello munno, que ène lo onore. Omo pomposo, aito prelato che desiderava la moneta, li onori, le granne casamenta, le onorabile compagnie, iace solo in abito de povertate, renchiuso in soa tomma; né soie ricchezze vaizero che uno vile omo se faticassi a destennere quello cuorpo secundum debitam figuram, supino.
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