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      In Cesena staieva madonna Cia, la moglie dello capitanio de Forlì, con suoi nepoti e con granne forestaria drento dalla rocca. A questa madonna Cia lo capitanio scrisse una lettera. La lettera diceva così: «Cia, aiate bona e sollicita cura della citate de Cesena». Madonna Cia respuse in questa forma: «Signore mio, piacciave de avere bona cura de Forlì, ca io averaio bona cura de Cesena». Iterato lo capitanio scrisse un'aitra lettera. La sentenzia era questa: «Cia, de nuostro commannamento fa' che tagli la testa a quattro populari de Cesena, cioène Ianni Zaganella, Iacovo delli Vastardi, Palazzino e Vertonuccio, uomini guelfi delli quali avemo suspizione». La donna, receputa la lettera, non curze sùbito alla sentenzia, anco esquisitissima con diligenzia spiao della connizione de questi quattro citatini e trovao che erano bone e fidele perzone. Specialemente la donna abbe consiglio de doi fidelissimi amici dello marito, cioène Scaraglino, nobile omo, e Iuorio delli Tumberti. A questi mustra la lettera. La resposta de questi fu questa: «Madonna, noi non vedemo cascione per la quale questi deano perdere la vita. Non sentimo che aitra novitate movano. Se questi perdissino la vita, fora pericolo che lo puopolo se desdegnassi. Passa dunque per mo' de questo iudicio fare. Noi intanto starremo attenterosi e porremo cura alli atti e muodi loro. Quanno vedessamo alcuno male semmiante, li 'nanti farremo, comprenneremoli e con manifesto iudicio loro torremo la perzona». La donna assentìo allo consiglio delli doi nuobili fideli de sio marito


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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