È luoco alquanto aito, soprastao alla citate che iace piana. Irata madonna Cia de questa perdenza convertìo la sia ira in li doi consiglieri amicissimi dello marito, Iuorio delli Tumberti e Scaraglino, feceli decollare. Quodfactum maritus improbavit. Postera die, luce orta, ecco li Malatesti venire collo granne succurzo, colla moita potenzia. Datali la porta della Troia, entrano in Cesena. Ora stao assediata madonna Cia in la rocca. Allora fu rennuto lo castiello Fiumone. Li Malatesti faco aspero vattagliare alla rocca. Faco badalucchi, iettano drento fuoco, levano trabocchi, iettano prete e sassi assai. Non faco utilitate alcuna. Era drento l'acqua. Era drento la mastra torre sopra la porta dello cassaro. Commannao lo legato la cavata, opera faticosa de moita spesa e longa. Fatta la cavata sotto la cisterna, la cisterna fu rotta, l'acqua fu perduta. Puoi ionze la cavata sotto la mastra torre della piazza. Messo fuoco alli pontielli, la torre con granne romore e ruvina cadde. Ora se fao la cavata alla torre sopra la porta donne era la entrata in lo cassaro. Madonna Cia irata de ciò non sapeva que·sse fare. Prese delli citatini che·lli parze drento dello cassaro, de quali più dubitava, e miseli in quella torre sopra la porta e disse: «Se la torre cade, cada sopre de voi». La torre staieva in pontielli, tremava. Lo legato, don Gilio, passava per la contrada con granne compagnia, veniva per vedere la connizione de Cesena, l'opera della cavata e·llo appuosto dello assedio.
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