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      Per queste paravole mosso Cola de Rienzi, anco per la gloria, la quale naturalemente affettava, penzava de fare alcuno fonnamento donne potessi avere iente e sussidio per Roma entrare. Dissene collo legato. Non li deo denaro uno. Aveva tame ordinato che dallo Communo de Peroscia avessi alcuna provisione, donne poteva iustamente vivere con onore. Questa soa provisione non li vastava a fare sollati. Allora cavalcao e venne a Peroscia, e per presure voite fu nello Consiglio. Bene parlava, bene diceva, meglio prometteva. Assai avevano quelli consiglieri le recchie attente ad odire per la doicezza delle paravole che se lassavano ascoitare. Così se facevano leccare como lo mele. Ma perché li consiglieri staco a scinnicato, convenne fare bona custodia delle cose de sio Communo. Da Communo de Peroscia non potéo ottenere uno cortonese. Retrovarose allora in Peroscia doi iovini provenzali, missore Arimbaldo, dottore de leie, e missore Bettrone, cavalieri de Narba in Provenza, frati carnali. Questi erano frati carnali dello prodo fra Monreale. Fra Monreale fu a fare la guerra dello re de Ongaria. Puoi fu capo della Granne Compagnia. Guastao moite terre in Puglia, arze e refocao moite, assai communanze mise a roba e portaone le femine. In Toscana revennéo Siena, Fiorenza, Arezzo e moite terre. La pecunia partiva fra suoi compagni. Puoi ne passao nella Marca e consumao li Malatesti. Prese per forza Montefilaterano e Filino, dove moriero più de setteciento villani. Arze le terre e derobaole.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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