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      Hao derobato citate e castella, muorti e presi uomini e donne, doi milia femine manna cattive. Allo presente era venuto per turbare nuostro stato e non relevarelo. Cercava de essere libero signore. Esso voleva le grazie fare. Voleva depopulare Campagna e terra de Roma, lo residuo de Italia. Nostra briga bene connuceremo a buono fine colla grazia de Dio. Ma allo presente farremo como fao lo trescatore dello grano: la spulla e·lle scorze voite manna allo viento, le vaca nette se serva per si. Così noi avemo dannato questo faizo omo. La moneta soa, li cavalli, le arme terremo per fare nostra briga». Per queste paravole Romani fuoro alquanto acquetati. Fra tanto una espressa lettera e commannamento venne dallo legato che missore Arimbaldo li fussi mannato sano e salvo. Così fu fatto. Remase sio frate, missore Bettrone, in le catene. Della moneta de fra Monreale abbe lo tribuno gran parte; tutta no, perché missore Ianni de Castiello ne abbe la maiure parte. Allora li nuobili de Roma se guardavano da esso como da traditore, perché non servava fede a sio amico. Allora Cola de Rienzi pacao li sollati espeditamente, da pede e da cavallo, quelli che remanere voizero. L'aitri liberamente lassao tornare. Recoize arcieri in granne quantitate. Da treciento uomini da cavallo aveva. Fece capitanio dello puopolo lo savio e saputo guerrieri Liccardo Imprennente delli Aniballi, signore de Monte delli Compatri. Mise le masnate intorno alle terre de Pellestrina. In Frascati teneva masnata de fanti e de arcieri.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
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