Due Dottori di Legge spagnoli, avendo scritto che i Chierici erano soggetti alla podestà del Re, e de' Principi; uno de' primi della Società ha scritto contro di loro, dicendo tra l'altre raggioni, che siccome i Leviti nel Vecchio Testamento erano esenti da ogni podestà secolare, così i Chierici del Nuovo Testamento erano esenti dalla medesima podestà, e che i Re, ed i Monarchi non hanno sopra di loro alcuna giurisdizione.
Vostra Maestà non approverà queste massime, che sono troppo false, e troppo erronee. Bisogna dunque che coloro i quali le tengono, e vogliono dimorare nel vostro Regno, le abjurino publicamente ne' loro Collegi. Se eglino no'l fanno, permetterete voi, che ci dimorino? Essi vogliono sovertire i fondamenti della vostra podestà ed autorità Regia. Se lo fanno. Credete voi, che possano avere una dottrina, che fa parte della loro Religione buona per Roma, e per la Spagna, e tutt'altra per la Francia, la quale rigetti tutto quello, che gli altri ricevono, e che andando da un luogo all'altro, e ritornando, possano ripigliarlo? Se dicono poterlo fare per qualche secreta dispensa, qual sicurezza prenderete voi in anime nodrite in una professione, che dalla diversità e cangiamento del luogo si rende buona, e cattiva?
Questa dottrina è comune a tutti in qualunque luogo essi sieno, e prende tal progresso nel vostro Regno, che ella scorrerà facilmente nelle Compagnie le più regolate.
Nel tempo del loro stabilimento, essi non aveano maggiori aversarj della Sorbona: Ora ella è loro favorevole, perchè gran quantità de' Giovani Teologi hanno fatto i loro studi ne' loro Collegi.
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