Questa medesima Facoltà, dico, considerando tali, e somiglianti cose, con matura attenzione, di un consenso unanime, e d'un animo deliberato, ella ha in esecrazione, e condanna tali massime strane, piene di sedizione, come empie, eretiche, e contrarie in tutto alla civile società, alla pace, e tranquillità publica, ed alla Cattolica Religione. In fede ed attestato di che, ella hà stimato dover di bel nuovo rinnovellare l'antico decreto, che, ducent'anni sono, fu firmato da cento quarantuno Teologi, per condannare quella esecrabile proposizione, che qui segue.
Ogni Tiranno può, e deve lecitamente, e meritoriamente essere ucciso da qualunque sia Vassallo, o suddito, ed in qualunque maniera, e per insidie, e per artifizj di lusinghe, nonostante qualunque giuramento, o considerazione fatta nelle sue mani, senza aspettare sentenza od ordine di qualunque Giudice.
Tale asserzione generalmente così posta, e secondo che si prende quella parola (Tiranno) è un errore nella nostra fede, e nella dottrina dei costumi, ed è contro il comandamento di Dio; Tu non ammazzerai; se noi vi ci ingeriamo di nostra propria autorità, e contro ciò, che dice nostro Signore; che tutti coloro che avranno presa la spada in mano, periranno di spada.
Item, tale asserzione tende alla sovversione d'ogni Republica, e di ciascun Re o Principe. Item ella apre la strada, e la licenza a parechj altri mali, ed alle frodi, ed alle violazioni della fede, e del giuramento, ed ai tradimenti, e generalmente ad ogni disubbidienza del suddito verso il suo Signore; e ad ogni infedeltà, e diffidenza degli uni vero gli altri; e conseguentemente a dannazione eterna.
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