- Giungi in punto, Maso, per mangiare un boccone con noi.
- No, grazie: son venuto per affari - rispose il Grassi.
- Ne discorreremo pranzando.
- Non ho fame.
- E allora fa come vuoi.
- Ci sarebbero delle vaccine da vendere ad un cascinale fuori di porta Cavalleggeri, che dovrebbero fare per te.
- Possiamo vederle domani.
- Perché no, oggi? È un figlio di famiglia, al quale è morto il padre di fresco e ha bisogno di far quattrini. Se perdiamo tempo qualcun altro ci porterà via il dolce.
- Allora andiamoci stasera. Le hai vedute tu le bestie?
- Sì.
- Come sono?
- Bellissime. Roba di provenienza perugina.
- Non resta dunque che conchiudere il contratto.
- Se ti fidi di me...
- E perché non dovrei fidarmi. Forse sei diventato un forestiero?
- Allora siamo intesi. Verso le sei vengo qui con l’amico che mi ha proposto l’affare.
- Montiamo sul carrettino e ce ne andiamo, per tornare a cena. Stasera avrai fame, credo?
- Speriamolo.
Così pattuito, Tommaso Grassi se ne andò. La sorella, visto che il fratello non aveva nemmeno portato alle labbra, per compiacenza, il bicchiere di vino offertogli dal marito, ne fu impensierita, ebbe una specie di vago presagio sinistro, e gli disse:
- Non ci andare.
- Perché?
- Non so. Di notte ci son sempre dei pericoli.
- Siamo in tre e non c’è a temere.
La bella trasteverina tacque, ma la sera quando vide il marito salir nel carrettino col fratello e il suo compagno, provò una stretta al cuore. Così depose in giudizio.
Tommaso Grassi e l’amico occupavano i due lati del sedile, il macellaio nel mezzo guidava e chiacchierava allegramente.
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