Ritornando una notte da una delle solite sue escursioni, Beppe trovò il macellaro sul portone di casa.
- Ti aspettavo, gli disse Agostino. Ho da parlarti.
- Andiamo su, compare, e chiacchiereremo finché vi pare.
- No, di sopra, no. Son cose che dobbiamo sbrigarle fra noi: le donne non vanno poste di mezzo.
Parve strana la proposta del macellaro a Beppe; tanto più avendo notato nel suo accento una emozione che tentava indarno di dissimulare. Tuttavia non fece vista d’avvedersene e disse tranquillamente:
- Verrò domattina al negozio, se vi piace compare.
- Vieni a mezzodì. Andremo a mangiare un boccone in campagna. Dirai a Margherita che dobbiamo recarci fuori per affari.
- Come vi piace.
Si strinsero la mano e salirono insieme, senza dare a vedere la menoma preoccupazione.
All’indomani all’ora stabilita, Beppe si recava al negozio di Agostino. Questi aveva già socchiusa la bottega e stava ad aspettarlo. Quando lo vide comparire, serrò del tutto il negozio e disse:
- Andiamo, Beppe.
Traversarono la città in silenzio e giunti innanzi ad una osteria suburbana, il macellaro entrò, comandò il pranzo in una camera superiore, e vi condusse il compare.
Pranzarono non parlando che di cose insignificanti e con evidente imbarazzo d’entrambi. Beppe non sapeva spiegarsi, per quanto ruminasse in testa, la cagione di quel convegno, il soggetto del discorso che il compare doveva tenergli e che non gli teneva. Il Paoletti non sapeva come attaccare l’argomento disgustoso e spinoso.
Quand’ebbero mangiato, il Brunelli, comprendendo che le esitanze del compare dovevano derivare dal timore, risolse d’incoraggiarlo, prendendo lui la parola e gli disse:
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