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      - Sempre così? dipende da te.
      - Da me? E come mai? - domandò Margherita fermandosi di botto.
      - Incomincia a sbarazzarti del vecchio.
      - Vorresti?
      - Perché no? Conosco una strega che compone filtri amorosi.
      - Ebbene?
      - Propinandogliene ogni giorno in dose abbondante...
      - Mi annoierebbe anco più del solito - interruppe la donna, alzando le spalle, come se dalle parole dell’amante avesse tratta una delusione.
      Il giovane si era fermato anche lui. La strada in quel punto faceva gomito e il fianco coperto d’arbusti, formava una specie di chiosco aperto sul davanti, chiuso dietro, con una banchina naturale nel mezzo.
      - Vieni qui al mio fianco, ascoltami: - riprese l’amante andando a sedersi sulla banchina e traendosi dietro Margherita per una mano.
      - Continua pure. Ma mi pare una grande pazzia quella che tu pensi.
      - È il mezzo più sicuro per togliersi dai piedi un uomo innanzi negli anni, senza aver poi impicci. Il filtro amoroso agisce, tu l’assecondi con quanto maggior ardore ti è dato. Nel delirio della passione, fra un trasporto amoroso e l’altro, ottieni da lui tutto ciò che ti piace e in brevi giorni il vecchio, disfatto, se ne va.
      - E tu vorresti?...
      - Voglio averti mia, tutta mia, esclusivamente mia, come dicevi poc’anzi, mormorò il giovanotto cingendola di bel nuovo colle braccia, e suggellandole la bocca colle proprie labbra.
      Ma in quel mentre s’udì un fruscio di fronde dietro il chiosco e i due amanti balzarono in piedi spaventati.
      - Che c’è? - domandò Margherita sgomenta; e l’altro per chetarla, prontamente rispose:


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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