Sai che non lo sono.
- Perché non vuole.
- E non voglio, perché grazie al cielo, non ne ho bisogno. Ho quel che mi basta. A proposito hai dato i venti scudi a quella buona ragazza?
- Subito.
- E non è ancora tornata?
- Non tarderà molto.
- La rivedrò con piacere.
- La farò avvertire, se crede.
- No, no. Per ora ho altre idee. Versami ancora. Non hai fatto attenzione.
- A che, monsignore?
- A quella ragazzotta che sta sempre sul limitare del negozio qui accanto al nostro portone?
- È la moglie dell’orzarolo.
- Maritata? Per bacco non si direbbe; par tanto giovane.
- È sposa da otto giorni.
- Romana?
- Di Genzano.
- Non ne porta il costume?
- È di famiglia civile.
- Beviamo dunque un altro sorso di Genzano, perché non c’è da pensare ad altro.
- Perché, monsignore?
- E dalla col monsignore! Avrà già il suo confessore.
- Non credo. È giunta or ora dal paese.
- Mi piacerebbe conoscerla.
- Gliene posso parlare.
- Non vorrei dar luogo a delle supposizioni maligne.
- Conosce la mia prudenza.
- Oh! per questo non ho che a lodarmi di te. E se il marito fosse geloso?
- Sposo di fresco è probabile che lo sia. Ma questa non è una difficoltà.
- Lo credi.
- Le mogli di mariti gelosi, hanno sempre bisogno di buoni consigli per sapersi condurre.
- Volpone!
XLVIII.
Carità pelosa.
Dopo due o tre giorni, terminata la cena del prete, il cameriere gli chiedeva:
- Don Asdrubale, non vorrebbe risciacquarsi la bocca con un bicchiere di Est-Est.
- Perché no? Agostino tu sei un portento. Indovini i miei gusti. Stasera è proprio il nettare di Montefiascone che ci vuole.
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Genzano Genzano Asdrubale Est-Est Montefiascone
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