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      Portane un fiaschetto. Ne berrai anche tu.
      - Così mi scioglierà la lingua.
      - Hai qualche novità a comunicarmi?
      - Importantissima novità.
      - Affrettati. Non farmi morir d’impazienza.
      Agostino aveva già preparato sulla dispensa il vino proposto e lo serviva tosto.
      - Dicevi dunque?
      - Ho parlato all’orzarola.
      - Ebbene?
      - È in cattivi rapporti col marito.
      - Già? Come mai?
      - È una storia lunga.
      - Raccontala più brevemente che sai.
      - I suoi genitori le avevano promesso due mila scudi di dote, dopo il matrimonio. L’orzarolo si è fidato della parola. Ma quando il matrimonio fu celebrato i due mila scudi non vennero.
      - È una bricconata, non ti pare?
      - Sì, e no.
      - Come sì e no?
      - Dal punto di vista dell’onestà, certamente è una bricconata, ma dal punto di vista dei nostri affari potrebbe essere molto utile.
      - Non ti capisco, spiegati meglio.
      - Ecco qui. Sbolliti i primi entusiasmi, l’orzarolo ha incominciato a molestar la sposa per la dote. La poveretta non ha più un momento di pace. - Non so che farei - mi diceva, per poterglieli buttare in faccia. - Eh a voi non sarebbe difficile trovarli - le risposi - purché voleste. - Chi volete che me li dia? - domandò lei, ed io: Ci sono al mondo delle persone caritatevoli. - Gli uomini non danno mai nulla per nulla - mormorò l’orzarola, ed io di rimando - Si capisce! Ma in fin dei conti, quando si tratta di levarsi da un impiccio e di farsi ben volere dal marito...
      Don Asdrubale seguiva attentamente il discorso d’Agostino ed avendo questi a tal punto fatta una pausa, domandò anelante:


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





Asdrubale Agostino