- Quello che è deciso, è deciso. Tu perorerai la mia causa, non è vero?
- Certamente, se non mi metteranno sulla strada.
- Non temere: ti scagionerò completamente. Va pure a coricarti.
La cameriera non se lo fece ripetere.
Elsa, tornò allo scrittoio, vergò la lettera a’ suoi genitori, affettuosa, ma energica e perentoria nel frattempo. La piegò con mano sicura e la suggellò; quindi toltasi la vestaglia si avviò verso il letto per coricarvisi.
LX.
L’ingrata sorpresa - Il delitto.
Un capriccio troppo naturale in una donna, e pure in una fanciulla che stava per distaccarsi da’ suoi e per andare a buttarsi fra le braccia dell’amante, la fece ritornare sui suoi passi.
Presa in una mano la lucerna la collocò innanzi allo specchio, per ammirarvi riflessa la propria immagine.
Era veramente leggiadra e affascinante colla elegante persona coperta dalla sottilissima batista della camicia, che l’avvolgeva, come candida spuma, delineandone le forme superbe; ignude le bellissime braccia, ignudo il seno torreggiante, dalle punte coralline rivolte all’insù, l’ampie curve delle anche poderose, le gambe snelle, nervose, come quelle di un cavallo di corsa, e la testa cinta dal nimbo d’oro de’ capelli, che le scendevano in ricche anella sugli omeri.
Un sorriso di compiacenza le infiorò la bocca soave... dalla quale le sfuggì a quel momento un piccolo grido, vedendo disegnarsi sul fondo del quadro la figura di un uomo, pure riflessa dallo specchio. Grido di sorpresa e di angoscia insieme, a stento represso dalla paura di svegliare i parenti.
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