- E così hanno danneggiato i loro affari e i miei. Ma siamo in tempo di riparare.
- Come.
- Vi rilascerò una cambiale per i frutti.
- Una cambiale senza la vostra firma, vale il prezzo del bollo, sottoscritta da voi non vale più neanche quello.
- Non siete molto gentile.
- Siete interdetto.
- No, interdetto, riposto sotto la tutela di mia madre.
- Se non è zuppa è pan bagnato.
- Questa tutela cesserà.
- Finché vive vostra madre ci ho dei dubbi forti.
- La mia non è una madre eterna.
- Iehowa non aveva moglie, infatti.
- Una cambiale senza scadenza fissa.
- Per potersene valere, dato che non voleste farla impugnare, bisognerebbe che fosse in bianco anche per la data d’emissione.
- La farò come vorrete.
- Meglio poco che niente.
- Mi restituite la vostra fiducia?
- Riconosco in voi delle buone disposizioni, ma quanto alla fiducia aspetteremo alla scadenza.
Il giudìo tirò fuori una cambiale e la porse a Pietro dicendogli:
- Ecco qui, mettete la somma e firmate.
- Per la somma non ci siamo ancora intesi.
- Ah! Ho capito, mi chiedete quanto dovete aggiungere per gli interessi del tempo che dovrò aspettare. Voglio mostrarmi generoso, e non vi farò pagar nulla per questo.
- Grazie. Ma non siamo ancora arrivati al busillis.
- E sarebbe?
- Mi occorre un migliaretto di scudi. Datemeli e faremo la somma rotonda.
- Siete impazzito? Mille scudi a voi? Sarebbe come buttarli dalla finestra.
- Sia per non detto. Me ne vado.
- E la cambiale?
- Se la mia firma neppure in bianco non vale mille scudi è meglio che risparmi di insozzare la cambiale.
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Pietro
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