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      - Gregorio I passò nella storia col titolo di Gregorio Magno, Gregorio XVI vi passerà con quello di Gregorio Bevo.
      Don Domenico Abbo fu affabilmente ricevuto dal Sommo Pontefice, col quale seppe mostrarsi scaltramente allegro, senza uscir dai limiti del conveniente riserbo e questo lo rimise nelle grazie di Sua Santità.
      LXXXVI.
      Un’orgia nel palazzo del Cardinale nepote.
      I favori di Gregorio XVI uniti a quelli del cardinale nipote nocquero all’antico libertino. Imbaldanzito, egli non avea più veruna cura ad occultare i suoi intrighi colle belle penitenti. I sontuosi pranzi, le luculliane cene incitavano sempre più i suoi sensi e le lascivie succedevano alle lascivie degeneranti in oscenità indescrivibili. Le spose e le zitelle non bastavano più alla sua foia invereconda e andava ripescando nella storia della prostituzione greca, assira, babilonese i più infami riti per soddisfare le luride sue cupidigie. Appositi provveditori gli procuravano teneri garzoncelli, ai quali imprimeva il marchio della sua libidine, escogitando sempre nuovi adescamenti, per ravvivare la sua sensibilità ed acuirla, quando sembravagli intorpidita.
      Egli rinnovava nel palazzo stesso del cardinale le neroniane orgie di Capri e di Baia, giungendo ad infiggere degli spilli nelle carni de’ giovinetti pazienti, che si assoggettavano alle sue lubriche voglie, per trar godimento più intenso dai sussulti che cagionavan loro gli spasimi delle atroci punture.
      Le notizie di tali dissolutezze si diffondevano intanto per Roma ed eccitavano gli sdegni dei cittadini.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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