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      .. un cardinale...! Oh la bella splendida idea che mi viene. Fra i molti capricci che mi son levato, questo mancava. L’occasione non potrebbe essere migliore.
      Il cardinale lo ascoltava, senza comprendere il senso delle parole... e incominciava a ritenerlo in preda ad un delirio alcoolico, e stava riflettendo ciò che gli convenisse di fare, quando si sentì afferrato a mezza vita dalle braccia poderose del prete osceno e buttato a bocca sotto, sopra un divano del fondo del salotto. Supponendo che volesse ucciderlo e preso da irresistibile terrore, mormorò con voce soffocata:
      - La vita! La vita, lasciatemi la vita.
      - Voglio ben altro che la vita da te, nipote mio. Non capita tutti i giorni d’assaggiar carne di cardinale.
      E senza più s’accinse ad infliggergli l’estremo oltraggio.
      Tentò di ribellarsi l’infelice. Ma l’Abbo tenendolo colle ginocchia serrato, lo afferrò con ambo le mani alla gola, né lo lasciò che quand’ebbe compiuto il nefando misfatto.
      Il corpo del cardinale cadde allora bocconi al suolo. Era morto per soffocazione.
      Rinvenuto in sé, dinanzi al cadavere del nipote, Domenico Abbo fu preso da terribile sgomento. Egli misurò d’un tratto la situazione. Comprese che la salvezza per lui era impossibile e per sottrarsi all’immancabile forca che l’aspettava, decise di buttarsi a fiume. Lasciò il salotto maledetto, e si diede a fuggire come un pazzo giù per le scale del palazzo. Alcuni servi lo seguirono, altri salirono nel di lui appartamento e trovata la salma dell’assassinato cardinale, sparsero per ogni dove l’allarme.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





Abbo Domenico Abbo