Pagina (312/421)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Chi te lo vieta?
      - La società innanzitutto.
      - Poi?
      - La mia coscienza. Io la detesto quella donna, tanto che potrei ucciderla; ma non surrogarla mentre vive.
      Queste parole si figgevano nel cerebro di Serafino Benfatti e gli tornavano spesso alla mente; gli sembrava di udirne il suono, e cercava in essa un consiglio, un’esortazione, un incitamento a liberarsi di Cesarina.
      Intanto i suoi affari andavano alla peggio. Perdette in un anno due bastimenti col carico e la sua rovina fu completa.
      Non gli restava che liquidare il poco che gli era rimasto e prendere imbarco su qualche naviglio mercantile.
      Ed è appunto ciò che egli decise di fare.
      XCII.
      Colpo fallito e colpo riuscito.
      Una sera Maria Rossetti si vide comparire innanzi Serafino Benfatti in abito da marinaio.
      - Che strana fantasia ti ha preso? - gli domandò aprendogli le braccia e stringendolo poi fortemente al seno.
      - Non è una fantasia, è un fatto, rispose il marinaio.
      - Spiegati, non ti comprendo.
      - Sono rovinato.
      - Non è da oggi che me lo dici.
      - Quando te lo dicevo, la rovina era semplicemente in prospettiva; ora è compiuta. Ho liquidato i miei conti: ora non sono più armatore, non sono più commerciante. Non mi rimane più che la mia intelligenza, sorretta dalle braccia e da qualche migliaio di lire.
      - Ebbene?
      - Sono venuto per dirti addio. Mi imbarco: andrò al nuovo mondo, per tentare la sorte. Se mi arride tornerò; se mi continua avversa non ci rivedremo più.
      A queste parole, presa da un subitaneo slancio d’affetto, Maria gli gettò le braccia al collo, e, sciogliendosi in lagrime, proruppe in un grido d’angoscia straziante:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





Serafino Benfatti Cesarina Maria Rossetti Serafino Benfatti Maria