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      Il tempo imperversava; spessi lampi rosseggiavano nel cielo coperto di nubi, pioveva a diluvio. Il povero studente, inconscio dell’agguato che lo attendeva, e tuttora ebbro di baci e di carezze, affrettava il passo, di ritorno al villaggio, dove aveva preso stanza, per trovarsi vicino al castello di Blanche, quando due robuste braccia lo afferrano a tergo, e sollevatolo di peso, lo lanciano di piombo nel burrone. Il terreno ove andò a cadere, a metà del dirupo, era molle della pioggia e Timoteo poté rialzarsi ed aggrappandosi alle sporgenze della rupe, tentare la salita. Ma mentre stava afferrando uno sterpo, uscì un terribile avvoltoio da uno speco, che il medesimo occultava, e temendo un assalto al suo nido, si fece sopra di lui.
      Un terribile colpo di rostro, accompagnato da un non meno formidabile colpo d’ala, fece cadere in fondo al dirupo, sfracellato contro i massi sporgenti, il disgraziato giovane.
      Angelo Isola, che aveva assistito alla scena, levò un sospiro di soddisfazione ed esclamò:
      - Il diavolo protegge i suoi.
      Il cadavere dello studente venne trovato e raccolto all’indomani. Blanche indovinò il truce dramma, che si era svolto in quella tempestosa mattinata, ma non pensò a vendicare il suo amante.
      Angelo Isola continuò il suo mestiere di sicario e di bandito, e quando Dio volle la giustizia umana potè colpirlo. Arrestato, processato e condannato, gli fu da me reciso il capo, a Subiaco l’11 giugno 1864.
      Con quest’ultima esecuzione Giovanni Battista Bugatti fu collocato a riposo, su proposta di Monsignor Fiscale il quale nella sua relazione lo qualifica per l’illustre Bugatti.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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