Il Consiglio de’ Ministri avanzò la proposta a Sua Santità.
Pio IX l’approvò il 28 febbraio dello stesso anno concedendogli la pensione mensile di scudi 30 «in vista della di lui senile età e dei lunghissimi servigi» con decorrenza dal primo novembre, nel qual giorno gli succede Vincenzo Balducci, suo aiutante fin dal 1850. Le esecuzioni di Balducci furono poche (la più famosa quella avvenuta il 24 novembre 1868 nella quale furono giustiziati i patrioti Monti e Tognetti alla presenza anche di Mastro Titta) perché sopraggiunse la Breccia di Porta Pia ad interrompere la sua carriera.
A Giovanni Battista Bugatti non fu dato di assistere a quell’avvenimento in quanto quindici mesi e due giorni prima, ed esattamente il 18 giugno 1869, egli moriva. Il suo decesso è registrato a pagina 89 del libro IX della Parrocchia di S. Maria Traspontina.
AppendiceLe giustizie a Roma
I.
L’Amico e segretario di Mastro Titta.
La solitudine in cui Mastro Titta era costretto a vivere lo annoiava alquanto e tendeva a distruggere la giovialità del suo carattere, e la sua espansività.
Egli anelava di avere un amico, col quale potere liberamente intrattenersi e conversare, parlare del presente e del passato, ritrarre il conforto di mutui servigi e di scambievoli cortesie.
Frequentando le bettole egli aveva avuto più volte l’occasione di stringere delle relazioni, con persone che ignoravano l’esser suo. Ma ciò non gli bastava. Egli sapeva benissimo, che non appena risapevano il suo nome e il suo mestiere, rallentavano e man mano cessavano d’aver rapporti con lui.
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