La testa che fra’ Monreale, lieto di morire a quel modo poiché si aspettava di peggio, aveva adagiata sul ceppo con la miglior grazia possibile, sbalzò al primo colpo; fortuna che non toccava a tutti.
Nel 1488 venne designato per luogo di giustizia un recinto davanti al Ponte S>. Angelo, nelle cui adiacenze era il vicolo denominato del Boja. Anche Campo di Fiore serviva all’oggetto in casi straordinari, specie di supplizi preceduti da gogna, onde prendeva nome, in prossimità della piazza, la via della Berlina oggi trasformata in via del Paradiso. Ma tutti i luoghi erano buoni per ammazzare gente con legalità. Nel 27 maggio 1500, in pieno Anno Santo, i pellegrini a S. Pietro ebbero la dolce sorpresa di passare il Ponte fra due file d’impiccati; erano diciotto, nove per parte. Brillavano, fra costoro, un medico dello Spedale di S. Giovanni che soleva di gran mattina andare armato di balestra a caccia di romei, ammazzandone e derubandone quanti più poteva, ed un confessore dello Spedale stesso che indicava al medico i pellegrini infermi provvisti di danaro onde li spacciasse col veleno per poi spartirsene fra loro il gruzzolo. Gli altri sedici erano volgari assassini di strada e vanno compianti per la mala compagnia che ebbero negli ultimi momenti di vita.
III.
Il supplizio dei Carafisti.
Intorno al supplizio di Carafa, uno de’ nipoti di Paolo IV, da questi prima in ogni modo favorito scandalosamente, poi privato dei benefici impartiti e condannato da Pio IV (Medici) suo acerrimo nemico, riproduciamo la seguente importantissima relazione di Francesco Thonnina al Duca di Mantova, suo signore, «Data da Roma, li viijs de Marzo 1559» pescata nell’Archivio Gonzaga, del chiarissimo cav.
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